Fianello (RI), 24 settembre 2017
Da Montebuono si raggiunge in pochi minuti l'antico borgo medievale di Fianello dalla strada si scorge subito in lontananza la sagoma di un luogo sospeso nel tempo e nel territorio.
In questo luogo, ormai quasi del tutto abbandonato, vivono al momento pochissime persone, per il suo recupero esiste un progetto che stenta a partire nonostante l'impegno di cittadini e associazioni.
L'amenità e l'alone di mistero che avvolgono Fianello lo rendono un luogo speciale a cui dedicare una visita e qualche riflessione.
Il Borgo di Fianello
Alla fine della strada che porta al borgo è possibile trovare un parcheggio di fortuna e percorrere a piedi l'ultimo brevissimo tratto che conduce al grande cancello di entrata "la porta del castello"
Da qui ha inizio questo mio viaggio nel tempo, un tempo lontano in cui ho provato ad immaginare come potessero vivere gli abitanti dell'epoca; un salto nel passato, immersa nella natura e avvolta dalle atmosfere magiche che solo il silenzio e la storia possono raccontare.
L'accesso al borgo
Palazzo Orsini (XI -XII secolo )
Palazzo Orsini, databile tra l'XI e il XII secolo, sorge su uno dei lati della piazza; la parte superiore, un sovrappasso di congiunzione fu costruita intono al 1500.
La struttura appare fatiscente e al momento è oggetto di restauro come un po' tutto il resto del borgo.
Chiesa di San Giovanni Battista (1571)
Sul lato opposto del Palazzo si trova la Chiesa di San Giovanni Battista a cui è annessa la Torre pentagonale, una delle poche del territorio sabino
La Torre Pentagonale
Dalla piazza, la strada principale attraversa il borgo fino al belvedere; una breve passeggiata alla scoperta di scorci ed edifici di lontana memoria dove c'è spazio anche per un piccolo omaggio alla street art
Paper Art a Fianello 💚
Alla fine della strada il bellissimo affaccio sulla valle
A destra dell'arco un'insegna di fortuna indica il Belvedere
Sono le tre del pomeriggio, mi preparo a rientrare in città portandomi via quel senso di irrealtà che Fianello mi ha trasmesso e che non voglio assolutamente perdere, o che vorrei almeno cercare di mantenere fino a sera, prima che il caos di Roma torni a intorpidirmi i sensi.
" Contro ogni apparenza, i luoghi abbandonati non muoiono mai. Si solidificano nella dimensione della memoria di coloro che vi abitavano, fino a costituire un irriducibile elemento di identità. Vivono di una loro fisicità, di una loro corposa e materiale consistenza. Si alimentano di uno spessore doppio e riflesso."
"... c’è un senso in questi luoghi. Un senso per sentirli. Un senso per capirli. Un senso per percorrerli, che è quello doppio del partire e del tornare."
Ripercorro la strada principale pensando che posti come questo meriterebbero maggiore attenzione, e che mentre la maggior parte degli italiani non conosce neanche l'esistenza di certi luoghi, in America le agenzie immobiliari mettono in vendita terreni ed edifici della Sabina esaltandone la bellezza e il valore storico. link
foto@simona albani
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